Domenica 24 Novembre 2024
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Oltre gli aiuti a fondo perduto per le imprese, il decreto rilancio prevede misure messe in campo dal governo per sostenere le aziende in crisi .
Cancellazione del saldo per l’anno 2019 e dell’acconto relativo al 2020. L’Imposta regionale sulle attività produttive viene sospesa per tutte le imprese e lavoratori autonomi con un volume di ricavi non superiore ai 250 milioni di euro. Sono esclusi dalla norma le banche e gli altri enti e società finanziari, nonché le assicurazione, le amministrazioni e gli enti pubblici.
Prevista anche una riduzione delle bollette elettriche per le imprese per i mesi di maggio, giugno e luglio 2020 azzerando le quote fisse indipendentemente dalla potenza relative alle tariffe di rete e agli oneri generali per tutti i clienti non domestici alimentati in bassa tensione.
Con un intervento su queste voci si andrebbero a tagliare i costi delle bollette di circa il 20%.
Vengono inseriti degli aiuti per le aziende al fine di sostenerle il pagamento degli stipendi dei dipendenti. La misura ha una durata massima 12 mesi a partire dall’avvio della domanda affinché si eviti di ricorrere ai licenziamenti. La sovvenzione può arrivare fino a un massimo dell’80% dello stipendio lordo.
Il Governo effettua stanziamenti per il mercato interno e per la garanzia statale dei finanziamenti delle banche a favore di piccole, medie e grandi imprese con oltre 5000 dipendenti. Per i prestiti fino a 25mila, infatti, la garanzia dello Stato sarà al 100%, senza valutazione del credito.
Il governo mette in campo un meccanismo sblocca-pagamenti per la liquidazione dei debiti certi, liquidi ed esigibili al 31 dicembre 2019.
Il governo ha stabilito che non saranno tenuti a pagare la Tosap (tassa sull’occupazione del suolo pubblico). Le attività che hanno riaperto, in accordo con l’amministrazione, potranno allargare gli spazi a disposizione usufruendo di marciapiedi, giardini, piazze, vicoli.
Il credito d’imposta per la sanificazione, per mascherine, gel disinfettanti e DPI aumenta per quel che riguarda la percentuale di rimborso riconosciuta (fino al 60%), e si semplifica rispetto alla prima versione prevista dal decreto Cura Italia.